22/01/08 Sergio Feder: «Lascio la guida di Gardaland»

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  1. jhonny123
     
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    AZIENDE. L'addio dopo 15 anni da a.d del primo parco a tema italiano oggi controllato dall'inglese Merlin

    Sergio Feder: «Lascio
    la guida di GARDALAND »

    Sergio Feder lascia la guida di GARDALAND di cui era amministratore delegato dal 1994. Il manager, che era entrato nel cda due anni prima, è stato artefice della storia del più importante parco a tema italiano, con tre milioni di visitatori, passato a novembre 2006 al gruppo inglese Merlin. La comunicazione formale è stata data ieri, ma un accordo consesuale era stato raggiunto.
    Come è maturata la decisione?
    «Dopo quindici anni considero conclusa la mia esperienza, il mio sogno imprenditoriale in GARDALAND . La mia è una scelta del tutto personale. Ringrazio l'headquarter della Merlin per le proposte e le prospettive future offertemi ma resto della mia idea. Alla società lascio in eredità una chiara strategia futura e binari solidi su cui procedere».
    Cosa significa?
    «Che la pianificazione futura è già decisa. La nuova attrazione della stagione 2008 è il Mammuth: ha un target famigliare, é in fase di realizzazione e dovrebbe essere pronta per l'apertura del parco. Stanno procedendo anche i lavori per la costruzione dello Sealife: 3.000 metri quadrati di percorso didattico attraverso la fauna ittica inserito in un ambito scenografico di grande qualità. L'apertura sarà a giugno. Si tratta della prima forma di diversificazione tra le nostre attrazioni».
    E più nel futuro?
    «Per il 2009-2010 è atteso un Legoland indoor sul modello di quello che c'è a Berlino. E poi c'è il progetto del secondo hotel, anche questo in dirittura d'arrivo intorno al 2010».
    Ritiene, dunque, che venga a mancare lo spazio più creativo del suo ruolo?
    «Penso di sì. Il percorso che attende GARDALAND d'ora in avanti è ben diverso da quello compiuto agli inizi e negli ultimi anni di grande crescita».
    Una crescita accompagnata anche da passaggi societari.
    «Per 30 anni il Parco è stato in mano alle famiglie dei soci fondatori. Grazie alla crescita del valore aziendale e al consolidamento dell'impegno prodotto questa è diventata una realtà appetibile anche per i fondi di private equity. Ho gestito in prima persona sia il passaggio nell'operazione con i fondi italiani nel 2005, quando Gradaland passò ad Aletti e a Investindustrial, che il successivo passaggio al gruppo Merlin nel novembre 2006».
    È stato un passaggio positivo quello oltre i confini italiani?.
    «Sì. Merlin ha proiettato GARDALAND all'interno di un gruppo internazionale, costituito su specifica volontà del del fondo americano Blackstone che è così entrata nel settore dei parchi a tema. E con l'acquisizione del museo di Madame Tussaut è diventato il secondo gruppo mondiale dopo Disney».
    Poche settimane fa GARDALAND ha deciso di partecipare con un milione di euro alla realizzazione di uno svincolo fondamentale per la viabilità del Basso Lago di Garda.
    «Un contributo alla tanto difficile situazione viabilistica dell'area. Un impegno che è risultato decisivo per il progetto portato avanti da Provincia, Veneto Strade e il Comune di Castelnuovo sul quale si trova parte di GARDALAND . È anche il frutto del rapporto positivo con le amministrazioni locali: un altro aspetto che ho seguito in questi quindici anni e che rappresenta uno degli elementi positivi di questa esperienza. Siamo sempre stati consapevoli noi dell'impegno imposto al territorio e loro del benessere che questa attività ha portato come ricaduta sull'intera zona del Basso Garda».
    Vi siete dedicati anche ad iniziative umanitarie. L'ultima per le popolazioni colpite dallo tsunami.
    «Anche questa una scelta personale di cui sono orgoglioso. Abbiamo iniziato otto anni fa, e da allora sono stati costruiti un ospedale in Uganda, uno in Paraguay, strutture in Romania a supporto dell'associazione di Mino Damato e ora l'ultimo impegno per le popolazioni asiatiche travolte dallo tsunami. I visitatori del Parco si sono sempre mostrati sensibili a questi progetti».
    Ritiene di lasciare in eredità un modello di gestione?
    «Diciamo di sì. Un modello che si è consolidato in questi anni con un team di manager da me selezionato negli anni, certemanete il più preparato in Europa nel settore parchi. Per questo un modello che la nuova struttura inglese non intende cambiare».
    Una giornata, un momento legate ad un ricordo particolare?
    «Ogni volta che abbiamo inaugurato un'attrazione nuova. E in questi quindici anni sono state realizzate ben 40 nuove opere tra attrazioni, punti ristoro e negozi tematizzati. Per non parlare del GARDALAND hotel resort, nato da una mia idea».
    E lei cosa andrà a fare?
    «Sono stato coinvolto in nuove iniziative imprenditoriali in Italia che penso di seguire. Anche in ambito umanitario».

    di Giuditta Bolognesi

     
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